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Nel mito greco la storia di Icaro e di suo padre Dedalo è nota a tutti: Icaro non ascoltò il padre e fu così intossicato dall’esperienza del volo che volò sempre più in alto e quando le ali si sciolsero precipitò nel mare, dove affogò.

Irrimediabilmente.

Analogamente, la sindrome di Icaro caratterizza quei leader che iniziano progetti troppo ambiziosi che non portano a nulla, causando danni all’azienda, al personale ed, infine, a se stessi.

In preda all’eccitazione perdono completamente il senso della realtà, l’atteggiamento è quello di porre eccessiva fiducia nel proprio giudizio personale, di nutrire sentimenti di onnipotenza, di diventare incauti e irrequieti, incuranti delle critiche e dei consigli, ignorare la realizzabilità dei progetti o i costi e le conseguenze dannose.

Su Catania ci troviamo davanti ad un profilo manageriale segnato da impulsività, dal rifiuto di ascoltare o di prendere consigli, irrequietezza, perdita di contatto con la realtà, orgoglio esagerato, schiacciante fiducia in sé stessi e disprezzo per gli altri.

Veniamo ai fatti: da ormai qualche mese stiamo assistendo ad un innalzamento dello “scontro” tra il personale dipendente ed i nuovi “salvatori della patria” che all’atto pratico stanno portando a risultati disastrosi sotto tutti i punti di vista, e lì dove un vero leader si assumerebbe le responsabilità delle proprie scelte, a Catania la colpa è sempre di qualcun altro.

La colpa è dei Team Leader rei, a detta del “capo”, di approvare in maniera scriteriata e senza autorizzazione istituti (ferie/rol), cambi turno, cambi riposo, che stanno minando la tenuta economica della commessa addossandogli la colpa di un eventuale non rinnovo; peccato però che poi si scopra che quanto avvenuto era stato oggetto di preventive autorizzazioni da parte del management che oggi punta il dito.

Allora cosa si fa?

Ovviamente si sposta l’accusa sugli operatori, tacciati di essere poco responsabili o peggio ancora nullafacenti e quindi si bloccano le ferie i permessi i cambi turno etc.

L’azienda fa notare che da dicembre ad oggi si registra un incremento del tasso malattia fino al 10%!

La domanda sorge spontanea, ma cos’è cambiato da dicembre ad oggi? A noi risulta che gli operatori ed i TL siano gli stessi da 2 anni a questa parte, eppure si registra un incremento della malattia, ma non solo, si registra anche il mancato raggiungimento degli obiettivi mensili dovuti, a detta dell’azienda, sempre ai responsabili di cui sopra, che però agivano seguendo le indicazioni fornite da chi oggi li accusa.

Quindi come pensa di risolvere il problema l’azienda? Magari “facendo un mea culpa” cambiando direzione ed atteggiamento?

Ovviamente no, anzi, organizza rientri in sede, punitivi, dallo smartworking, pretende reperibilità (non pagata come previsto da CCNL) al proprio telefono personale, pretende l’utilizzo ed il controllo continuo di applicazioni non autorizzate (vedi whatsupp) non previste sempre sul proprio telefono personale, si spingono i supervisori ad effettuare controlli individuali, non previsti da T.U., si chiede agli stessi di “far sentire il fiato sul collo” agli operatori, si minacciano fantomatici “bracci di ferro” con chi oserebbe mettere in discussione l’operato del “leader” perché in Covisian nulla è per sempre, nemmeno i ruoli acquisiti e tutelati dal CCNL.

Chissà cosa ne pensa di tutto ciò la dirigenza nazionale aziendale, o meglio ancora l’ispettorato del lavoro, di quanto sta accadendo a Catania.

Come SLC CGIL siamo sicuramente disposti a verificarlo, perché per NOI il lavoratore viene sempre prima di tutto e tutti, ed è sicuramente il vero motore dell’azienda, e ricordiamo che senza motore il mezzo non va avanti!

“Ricattare” un dipendente è sin troppo semplice, gli blocchi gli istituti, gli blocchi lo smartworking, lo pressi psicologicamente, gli rendi la vita difficile, ma farlo con un OO.SS. è sicuramente molto più complicato e di certo non siamo ricattabili!

Catania 10/05/2022

La Segreteria SLC CGIL Catania

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