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di Cristina Squillaci


Roma, 7 ottobre 2022

Un corteo che sfila da piazza della Repubblica ad una piazza del Popolo strapiena, un anno dopo l’assalto di Forza Nuova alla sede di Corso Italia.
Obiettivo comune, una mossa ad un cambiamento necessario per il paese e per l’Europa: non solo esponenti sindacali ma anche volontari, famiglie, ragazzi.
Dal palco ha aperto i lavori la Federazione Sindacati in Ucraina che, attraverso un video che testimonia gli orrori della guerra, ha condannato l’attacco alla sede della Cgil, un inutile tentativo di intimidire chi quotidianamente lotta per i Diritti Umani.
“In Ucraina l’associazionismo sindacale è condannato: nelle scuole si possono solo seguire i programmi russi.
Scuole, ospedali (reparto di maternità compresi), abitazioni senza luce ed acqua dimostrano il disastro ancora in essere, il terrore in divenire”.
Ed è da questo filmato che partono gli interventi degli ospiti alla manifestazione.
Ai piedi del palco Laura Boldrini, più tardi arriverà Giuseppe Conte.

Presenti il Segretario Generale di IndustriAll Europe, la federazione europea dei lavoratori dell’industria, Luc Triagle; Rosa Pavanelli, segretaria generale Psi; Esther Lynch, vice segretaria generale della Ces; Antonio Lisboa, segretario aggiunto della Cut Brasile; Maria Grazia Giannichedda, presidente Fondazione Basaglia; Giulio Marcon, portavoce Sbilanciamoci; Filippo Sotgiu dei Fridays for Future.
Tanti i punti trattati davanti ad una platea variegata di età e colori, Federazioni ed Associazioni.
Si è parlato dell’aumento di stipendi e delle pensioni; dell’introduzione del salario minimo ed ottimizzazione tempo e condizioni di lavoro; del superamento della precarietà; della riforma del fisco; della necessità garanzia di sostegni al reddito; della sicurezza nei luoghi di lavoro; del monitoraggio delle spese energetiche e di un piano che garantisca un impiego delle fonti rinnovabili.
Ogni tipologia di settore viene descritta dai presenti sul palco con puntuali riferimenti rispetto le quotidiane problematiche su cui si pone l’accento partendo dal tema della crisi di assunzioni ad arrivare allo di sfruttamento di settori con carichi di lavoro pesanti e ritmi insostenibili.

Puntuale ed atteso, alle 17.00, Maurizio Landini:
“La situazione che stiamo vivendo è molto complicata e difficile. Alle spalle abbiamo la pandemia e dinnanzi una guerra che rischia di diventare nucleare: vedo una sottovalutazione del problema. In questi anni il governo non ha ascoltato i lavoratori; il titolo scelto per questa manifestazione non è stato scelto a caso.
Come non è un caso la povertà di chi non arriva a fine mese, non è un caso che siano aumentati discriminazione e disagio sociale.
Associazioni e Giovani sono qui oggi per dire il loro pensiero. Non importa se si è di idee diverse, non vogliamo uomini soli al comando. Le soluzioni si trovano perché il Lavoro deve essere ascoltato ed il paese deve accentrare lavoro, diritti e giustizia sociale. La Cgil ha sempre difeso la costituzione sia quando la voleva cambiare Berlusconi che Renzi: essa è antifascista e democratica e si fonda sui diritti del lavoro. La Costituzione non si tocca.
L’iniziativa della tavola rotonda che si terrà domani ha lo scopo di creare una rete che condanni tutte le azioni che nascono dalla cultura della violenza. L’assalto alla Cgil, che ne è stato esempio, è della stessa logica di un Putin che ha iniziato una guerra ingiusta. Ed oggi non siamo vicini alla fine della guerra ma dinnanzi lo scenario di una guerra nucleare e non si può restare ad attendere se essa scoppierà o meno. Non possiamo restare fermi, pena la messa in discussione del nostro genere umano. Abbiamo lanciato una tre giorni, dal 21 al 23 di ottobre, un invito a tutte le persone di ogni città a scendere in piazza per dire NO alla guerra. È il momento di accogliere l’appello di Papa Francesco e diventare congiuntamente costruttori di pace. Pace, lavoro e diritti devono essere messi al centro di tutto.
La stessa cultura della violenza di cui parlavo è la medesima che coinvolge anche le donne: l’Iran ne è un esempio e dimostra che solo con le lotte si cambia la storia.
Sempre in questa piazza abbiamo trattato il tema del fisco, sono anni che chiediamo alle politiche che sostengono solo bassi salari e condizioni di lavoro insostenibili che così l’Italia non può andare avanti.
Ricordiamo il giovane rider di Firenze morto sul lavoro a cui è arrivata la lettera di licenziamento dopo la morte. Non si può accettare un mondo di algoritmi che non tengono conto delle persone e della loro qualità di vita.
La tecnologia non è neutra ma dipende da chi la progetta e dai fini per cui è applicata. Il Sindacato della Cgil chiede al governo di portare avanti le sue proposte.
L’aumento dei costi energetici è in crescita ed i prezzi sono frutto sia della guerra che della speculazione che è stata fatta. I costi sostenuti dalla popolazione vanno restituiti alla popolazione stessa.
Sei milioni di persone sono in povertà assoluta e la rendita finanziaria è tassata meno delle pensioni; l’inflazione dilaga, fare la spesa tra poco diventerà un lusso perché non si arriva a fine mese.
Non possiamo più aspettare cosa accadrà nei prossimi mesi. Lo stiamo dicendo al governo dal mese di Aprile. Il carico fiscale deve diminuire e le nostre proposte, dieci in tutto, devono essere discusse: si deve costruire anche un nuovo statuto dei diritti dei lavoratori necessario per unire e tutelare i lavoratori e mettere anche freno alle gare di appalti e subappalti non regolarizzati.”
Infine, fa un passaggio sulle elezioni: “hanno avuto un risultato chiaro e la destra è stata portata alla possibilità di governare. Il tema che però mi colpisce è quello del 40% di cittadini che non è andato a votare. E questo numero, 18 milioni di persone, cioè le persone che non sono andate a votare sommate a quelle che hanno votato schede bianche o nulle, questo dimostra che la democrazia va rispettata ma i numeri dimostrano che il paese non è stato unito. E se non si parte dall’intenzione di essere uniti, allora non si va da nessuna parte. C’è la necessità che le persone si vogliano sentire rappresentate da chi le governa”.

A fine lavori l’invito a tutti a visitare la sede della Cgil che per l’occasione resterà aperta anche nella giornata di domenica.

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