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di Cristina Squillaci

L’azienda, attiva sul territorio siciliano sulle sedi di Palermo e Catania da oltre quindici anni, ha comunicato alle Organizzazioni sindacali di voler recidere il rapporto lavorativo coi propri dipendenti.
L’accordo di incentivo all’esodo, cui protranno aderire i lavoratori privi di commessa e coloro i quali sono impegnati sul servizio 1500, in assenza del passaggio in clausola sociale, impatta più di 600 operatori.

Accorato l’intervento di Gianluca Patanè, Segretario Generale della Slc Cgil di Catania e Coordinatore Regionale della Slc Cgil Sicilia: “In questo momento al Mise ci sono oltre 60 tavoli aperti: questa la sfida che il nuovo governo si troverà, in primis, ad affrontare insieme al tema della crisi energetica.
La vertenza Almaviva pesa per due ordini di motivi: professionalizzante e geografico.
Le risorse umane delle quali si discuterà hanno svolto servizi di utilità pubblica, dispongono di una preparazione diversa e sottile, sanno cosa voglia dire essere empatici. Sono stati sottoposti a formazione continuata e continuativa, perché dismettere un servizio utilizzabile su ogni fronte sanitario ed emergenziale davanti a persone già formate per offrire questo servizio?
Il 1500 può e DEVE essere riproposto alla cittadinanza per le mille inverte variabili sanitarie con cui, piaccia o meno, dobbiamo fare i conti ogni giorno.
Inps ha assorbito tramite bando pubblico circa 3000 operatori provenienti da call center di tutta Italia: farà le proprie verifiche sulle loro performance, ci mancherebbe. Ma queste persone rispondono già come farebbe un dipendente pubblico.
E vengo all’altro motivo per cui Almaviva non può perdere le sue risorse: il territorio.
La Sicilia vanta oltre 5000 impiegati tra strutturati ed a progetto; la scelta di investire sulla nostra isola nasce oltre anni fa dopo ricerche e studi di settore.
Un lavoro come quello degli operatori di call center, svilente e usurante, può essere svolto con qualità e continuità, con etica e professione, con garbo e professionalità solo da risorse umane che hanno scelto di investire nella propria isola.
E noi siciliani siamo così: il lavoro si conquista, per il lavoro si combatte. La SLC Cgil di Catania ribadisce quindi la necessità di trovare delle soluzioni condivise con le OO.SS. che permettano di lasciare intatto il perimetro occupazionale”.

Si attendono adesso nuove evoluzioni e che anche il Ministero della Salute si impegni ad utilizzare le clausole sociali ed incontrare le OO.SS. per definire un nuovo percorso di sviluppo.

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