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di Cristina Squillaci

Un viaggio tra poesia e storia, testo e ricordi, pensieri ed emozioni.

In scena ieri sera presso la camera del lavoro di Catania, “Solo l’amore conta” è tornato a farci emozionare dopo una stagione di sold-out tra teatri e location storiche della nostra città.
L’autore è Nicola Costa; ad accompagnarlo Alice Ferlito.

Pasolini dalla sua prima raccolta ai ricordi, vissuti in maniera trasversale accanto alle primule ed ai muretti diroccati di una Italia impoverita e scarna di presa ideologica e di coscienza all’alba del secondo conflitto mondiale.
Il testo, scritto in maniera completa ma snella, ripercorre, attraverso un accorato dialogo con la Madre, l’unica persona a lui cara per tutta la Vita, un percorso rievocativo delle tappe più importanti della sua esistenza e delle vicende storiche e politiche italiane.

Dall’amore per il vernacolo friulano alla parentesi bolognese, quando si avvicinò a quegli studi su Pascoli che sono inequivocabile mappa di un percorso di amore familiare profondo ma diverso dal normale. Poi la chiamata alle armi, la guerra. Nicola racconta attraverso Pierpaolo, le letture di Gramsci e Marx, il senso di sporcizia e di miseria dilagante da cui l’artista desiderava uscire.


Nicola parla attraverso Pierpaolo dello strano rapporto con un padre trattenuto in un campo di prigionia in Africa.
Inizia per lui e per quella che rimarrà la donna della sua Vita un rapporto esclusivo, ambiguo, unico. Il viaggio con Susanna a Roma, le borgate di operai con pochi soldi, la polvere per strada e gli abiti strucidi, il sesso come solo dono da fare e ricevere, la lotta operaia da sostenere ogni giorno.
Un dialogo d’amore basato su “Supplica a mia madre”, in primis.

E l’Amore? Senza l’Amore non si muove, il mondo.
Entra nel vivo del dialogo “La ballata delle madri”, Pierpaolo punta il dito e: “A volte mi domando: che Madri avete avuto?”
Madri vili, madri mediocri, madri servili, madri feroci… e questi figli popolano una Italia, che altro non è se non “una valle di lacrime”.
Fatti fratelli dalle opposte passioni…
L’amore, solo chi lo sa riconoscere supera la barricata.
Ripercorre gli scontri di Valle Giulia del ’68, i poliziotti sono figli di poveri, l’Amore dov’era?
Nicola fa parlare Pierpaolo; e Pierpaolo sostiene, inaspettato, le forze dell’ordine insieme a quegli operai il cui lavoro considera l’unico da tutelare.
Si chiede il perché dell’odio e delle stragi che fanno parte della nostra contemporaneità perché da Bologna a Piazza Fontana ad oggi è solo un battito di ciglia.

E Pierpaolo invoca poi pietà a chi non sa accettare la diversità, a chi pensa di restare eterno, a chi giudica chi ha deciso di vivere per godere e peccare; per lasciare così, a chi è stato più forte di lui, il 2 novembre 1975, un mondo disonesto ed infame.

Muore nel ricordo della Madre, stringendo Alice-Susanna in un abbraccio di speranza e donandole una rosa: nella sua esistenza ha fatto ciò che ha sentito di essere.
Muore, colpevole di aver frequentato chi desiderava, di aver pagato per il piacere di un corpo.
Muore, ma la sua anima è stata sempre votata alla Madre.

L’amore è davvero tutto ed è dappertutto.
Nicola-Pierpaolo ringrazia chi ha archiviato l’omicidio ma soprattutto chi leggerá ancora i suoi testi e versi.
C’è sempre un tempo giusto per ogni cosa: il tempo regalerà nuove consapevolezze.

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