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Le Segreterie nazionali, tenuto conto del precipitare della situazione inerente alle attività lavorate da Almaviva Contact, hanno chiesto con urgenza l’apertura di un tavolo permanente di crisi per confrontarsi sulla vertenza complessiva, al Ministro del Lavoro, al MISE ed al Ministero della Salute. Il settore dei contact center continua ad essere dilaniato dal fenomeno delle delocalizzazioni all’estero delle attività e da una politica di ribasso sui prezzi di assegnazione, ben al di sotto del costo del lavoro fissato nelle tabelle ministeriali. Il governo, seppur più volte richiamato a responsabilità, non ha inteso convocare le parti per individuare soluzioni strutturali per mettere in sicurezza l’intera filiera dei call center in outsourcing. Con l’introduzione normativa della clausola sociale nei call center, attraverso l’art.1 comma 10 della L.11/2016, e dopo la pubblicazione delle tabelle ministeriali che fissano il costo del lavoro nel settore, tramite decreto direttoriale del Ministero del Lavoro si era concretizzata l’ipotesi, dopo anni di lotte delle lavoratrici e dei lavoratori, di aver posto un freno alla macelleria sociale nel settore. Ed invece così non è stato, diverse committenze, anche pubbliche, in più occasioni hanno tentato, o stanno provando ad eludere le clausole sociali, generando fibrillazioni ad ogni cambio di appalto tra i lavoratori coinvolti. Per quanto riguarda il rispetto delle tabelle ministeriali la situazione è ancor peggiore: sistematiche sono l’applicazione di penali, malus, rivisitazioni dei contratti al ribasso, che portano il prezzo effettivamente pagato ben al di sotto del costo del lavoro effettivo. In questo scenario settoriale, a rendere ancor più complicata la situazione è la oramai chiara intenzione di Almaviva Contact di dismettere le attività in Italia nel settore dei contact center. Nonostante le attività perse nell’ultimo triennio, Almaviva Contact occupa ancora circa 2500 lavoratori tra Palermo, Catania, Rende, Napoli, Roma Milano, che operano su tutta una serie di attività scadute o in scadenza, i cui cambi di appalto stanno evidenziando problemi evidenti nell’applicazione delle clausole sociali. Tim, Vodafone, per quanto riguarda committenti del settore Telecomunicazioni, GSE e Trenitalia nell’ambito di attività a partecipazione pubblica, ed infine il numero verde 1500 istituito per la gestione dell’emergenza sanitaria. Queste le attività per cui ancora oggi, le lavoratrici ed i lavoratori continuano con serietà, professionalità ed abnegazione ad operare. Mentre è in discussione il cambio di appalto per quanto concerne Wind3. A tutela della occupazione, a difesa delle norme ottenute per mettere in sicurezza il settore, le Segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, congiuntamente alle strutture territoriali e le RSU, al termine di un attivo unitario svolto in data odierna, hanno proclamato fin da subito lo stato di agitazione per le lavoratrici ed i lavoratori di Almaviva Contact, non escludendo ulteriori iniziative di protesta qualora non dovesse giungere, entro breve, una convocazione da parte dei ministeri competenti.

Roma, 4 febbraio 2022

Le Segreterie Nazionali

SLC CGIL FISTEL CISL UILCOM UIL

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